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Giovanni Pesce - Senza tregua_La guerra dei GAP

Aperto da Iononsoleggere, Domenica 03 Novembre 2013, 18:47:40

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Iononsoleggere





No, non mi sono dato all'attivismo politico, capiamoci.

Dopo Buio a mezzogiorno piazzo in playlist Senza tregua - La guerra dei GAP con la consapevolezza che ancora una volta sono al cospetto di un libro più grosso di me, che difficilmente si può "recensire", ma proviamoci comunque, che ne dite?

Allora, super mega premessa: da parte di madre sono discendente di ben due esponenti tra i fondatori dei GAP milanesi, tecnicamente coloro che diedero il LA all'insurrezione contro i nazifascisti dopo l'8 settembre.

Le tracce che ho dovuto ricostruire con difficoltà portano proprio al palazzo dove ora risiedo, un tempo sede della parte materna della mia famiglia, e anche sede milanese, dopo via Lulli, della formazione dei GAP, come si legge da questo testo storico:

'Ad occupazione avvenuta, non manca chi vuole ritirarsi in Svizzera, in attesa di tempi migliori; "ma per quanto concerne i comunisti", prima nell'abitazione dei coniugi Morini in via Lulli 30, poi in viale Monza 23 presso la famiglia Mazzola furono ideati ed organizzati i primi distaccamenti d'assalto Garibaldi e i Gruppi d'Azione Patriottica per continuare la lotta armata su territorio nazionale' (Francesco Scotti 1910-1973. Politica per amore).

Questo la prima ed unica testimonianza diretta di uno degli eroi della Resistenza che parla della mia famiglia, più precisamente del fratello di mio nonno, era suo l'appartamento citato. La seconda testimonianza la trovo proprio in questo Senza tregua - La guerra dei GAP dove, a pagina 163, si legge nelle note:

'La prima brigata GAP comandata da Rubini, commissario Bardini, capo di Stato Maggiore  Roda; ne facevano parte Di Lella, Oreste Ghirotti, Arturo Capettini [...] Licinio Piccardi [continua]'

Licinio Picardi, quindi con una "c" contrariamente da quanto scritto in molti registri e in questo libro, era invece il cugino di mia nonna, purtroppo scoperto grazie alla soffiata, pare, di un portinaio e deportato insieme al giovane fratello Eliseo a Mauthausen (Ebensee).

Tornò solo lui, dopo aver visto il suo fratellino morire, morì di lì a poco per le violenze subite (mia nonna, mi ricordo, raccontava come assomigliasse più ad una scimmia che ad un uomo al suo ritorno dalla prigionia per come era stato torturato sia fisicamente che psicologicamente).

Insomma, scusatemi per questa ampia digressione, ma era per farvi capire che in questo Senza tregua - La guerra dei GAP ci sono fino al collo, da una parte orgoglioso delle mie radici, dall'altra, come vi racconterò, alquanto scosso per quella marea di verità che da queste pagine si riversa sul lettore che, solo se falsamente cinico, può non sentirsi schiacciato da un racconto così intenso, vivido, a tratti brutale.

Cosa erano i GAP - Gruppi di Azione Patriottica?

I GAP erano piccole cellule di partigiani urbani, massimo 4 persone, che avevano compiti di sabotaggio e di azioni armate, tra cui l'eliminazione dei nazifascisti in ambito cittadino, soprattutto delatori, o noti torturatori. Giovanni Pesce, autore di questo libro, fu uno degli esponenti di spicco di questa organizzazione clandestina, loro coordinatore prima a Torino, poi a Milano, poi in Valle Olona. Nome in codice, Visone (il nome più ricercato dai torturatori nazifascisti in quegli interminabili anni).

Non siamo al cinema, qui un uomo ammazzato è un uomo ammazzato. Giovanni Pesce impressiona per lucidità narrativa ma anche per senso di umanità rispetto ad una missione, quella del Gappista, di anientamento fisico a sangue freddo: si cammina con le mani in tasca, spesso da soli, si individua (dopo giorni di appostamenti) il gerarca, l'aguzzino, l'obiettivo sensibile al semaforo, lo si avvicina e gli si fa saltare le cervella, ci si dilegua.

In questa battaglia di nervi che investiva il Gappista nulla viene risparmiato al lettore, la paura, il dolore, addirittura un filo di senso di colpa per un'azione che era da fare, ma che non poteva nascondere nemmeno il prezzo pagato implicito, quello di essere disumani tanto quanto lo era il nemico per far sì che esso smettesse di esserlo.

Per questo alla fine di questo  Senza tregua - La guerra dei GAP il lettore avrà addosso un mix di sensazioni, tutte contrarie. Un set di sentimenti che spaziano dall'orgoglio alla nausea, dall'esaltazione alla compassione.

Sì, avete capito bene, compassione.

Giovanni Pesce era un Gappista, ma lo era per necessità, non per diletto. Odiava fare quello che faceva, ma per noi tutti ha fatto quello che doveva fare. Per questo bisogna essergli grato, e a lui come tutti quelli che dopo l'8 settembre resistettero all'occupazione nazifascista, di certo non semplici esaltati...

Niente di umano è racchiuso in questo libro.
Ma tanto di umano è nato dopo quello che questo libro racconta.

Per questo bisogna essere grati a Visone.
Per questo ringrazio i miei parenti che tanto hanno patito per seguirlo.
Per questo Senza tregua - La guerra dei GAP è un libro da leggere.

Contro ogni fantasia.
Contro ogni esaltazione.
Contro ogni revisione.




Come sempre questa recensione è stata originariamente postata sul mio storico blogghe www.iononsoleggere.blogspot.com, passatemi a trovare e ditelo agli amici più cari, offrirò a tutti un tour guidato...    :coffee:
In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo? [1984, George Orwell]

Imbesuito

Spero di trovarlo (cartaceo, non mi sono abituato agli ebook) e complimenti per aver fatto come al solito un'appassionante recensione.... :ciao:
La "comunicazione" non può avvenire da un essere pieno e intatto a un altro: essa vuole esseri in cui si trovi posto in gioco l'essere -in loro stessi- al limite della morte, del nulla.    Georges Bataille

Iononsoleggere

Grazie. Sì l'ho trovato facilmente alla Feltrinelli  ;)
In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo? [1984, George Orwell]

Leo

Peccato quel "contro ogni revisione". Perché revisionando il materiale (tutto il materiale, anche quello che non era prima disponibile o che non "ci piace") possiamo studiare la storia.

Altrimenti la impariamo.

Con tutte le implicazioni della fede in qualcosa che altri ci insegnano.

D'altra parte è anche contro il motto "open your Mind"...

Leonardo

fenice1956

 :ciao:
L'ho letto solo 43 anni fa...  :)
La parte che mi appassionava di più era il manuale di come s fabbricavano le bombe e le bottiglie molotov... poi sono cresciuto.
Il tutto è superiore alla somma delle sue parti.
http://decontestualizzare.blogspot.com/
Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te.

Imbesuito

Dopo averlo letto in due notti sto ancora aspettando che quella carogna di mio cugino me lo renda.... ;D
La "comunicazione" non può avvenire da un essere pieno e intatto a un altro: essa vuole esseri in cui si trovi posto in gioco l'essere -in loro stessi- al limite della morte, del nulla.    Georges Bataille

Iononsoleggere

In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo? [1984, George Orwell]

ayler

#7
Citazione di: Leo il Martedì 24 Dicembre 2013, 07:52:31
Peccato quel "contro ogni revisione". Perché revisionando il materiale (tutto il materiale, anche quello che non era prima disponibile o che non "ci piace") possiamo studiare la storia.
Altrimenti la impariamo.
Non giochiamo con le parole. Per revisionismo storico si intende una cosa precisa: il tentativo di sminuire le responsabilità dei vari fascismi che hanno funestato l'Europa e in particolare del capostipite di tutti, il fascismo italiano. In realtà gli Italiani non hanno mai fatto i conti col fascismo. Il revisionismo li tranquillizza, li fa stare a posto con la loro coscienza. Pensiamo allo stereotipo degli "Italiani brava gente"; gli Italiani non sono né meglio né peggio di tutti gli altri, ma dei crimini fascisti si è sempre parlato poco, nonostante gli storici (revisionisti?) abbiano indagato, basti pensare a Del Boca sulla dominazione in Africa (Del Boca che vinse anche un processo contro Montanelli). Comunque la storia va imparata e per impararla va studiata. Ma molti Italiani continuano a pensare che il fascismo non fosse poi così male, l'unico errore sarebbe stata la guerra. Ignorano, o fingono di ignorare, che prima del 40 Mussolini di guerre ne aveva fatte già due, vergognose e sanguinose.
Ho citato Montanelli. Ecco un personaggio che meriterebbe un'accurata "revisione" della sua immagine. Una buona base di partenza: http://www.deportati.it/recensioni/montanelli.html
Nostra patria è il mondo intero / nostra legge è la libertà (Pietro Gori, 1895)
https://youtu.be/ZWRji_4cvsU

Leo

Beh, Ayler, non ho certo giocato con le parole: di revisione si parlava e di revisione ho parlato.
Di "revisionismo storico" hai parlato Tu, precisando che "si intende" qualcosa che Tu intendi; perché nessuna definizione reperita in rete o su carta è così risoluta. Mentre di revisionismo puro e semplice si parlava ben prima del "capostipite" che citi, dato che se ne parlava a fine '800.

Resto dell'idea che imparare senza "studiare" sia possibile, dato che il semplice fare esercizio di memoria non è vero studio ma porta ad imparare alla perfezione. Ma se dev'essere un giocare con le parole non ho intenzione di rompere ulteriormente le scatole.