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Installazione Semplificata di ArchLinux - Configurazione, Gestione e Varie

Aperto da nessuno, Domenica 29 Marzo 2020, 13:10:54

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nessuno

Se si utilizzano dispositivi bluetooth, su di un PC che ha più OS Linux installati, può diventare noioso ripetere il pairing ogni volta che si avvia un OS diverso. La soluzione esiste: è sufficiente copiare la cartella che contiene la configurazione bluetooth, con tutto il suo contenuto, nel sistema secondario. Il percorso della directory da copiare è questo:

/var/lib/bluetooth

L'operazione va eseguita con i privilegi elevati.

Prima di procedere è necessario accertarsi che il sistema secondario abbia installato il software di gestione del bluetooth e che il servizio di systemd sia attivo. Per controllare che lo sia:

systemctl status bluetooth.service

Per attivarlo, nel caso in cui non lo fosse, il comando è questo:

sudo systemctl enable bluetooth.service

Al riavvio del sistema il pairing dovrebbe risultare già attivo.



nessuno

#17
Non so a voi, ma a me non piace non poter vedere scorrere sullo schermo tutto ciò che il sistema carica in fase di avviamento, può capitare infatti che per un motivo qualsiasi l'avvio del PC risulti particolarmente lento, in genere per sapere cosa ha causato il rallentamento bisogna fare delle indagini successive...

...E perché mai se posso saperlo in anticipo?

Se la pensate come me aprite il file

/etc/default/grub

e al rigo:

GRUB_CMDLINE_LINUX_DEFAULT=

cancellate il testo contenuto tra le virgolette dopo il segno =.

Nel caso di Arch Linux si presenta così:

GRUB_CMDLINE_LINUX_DEFAULT="loglevel=3 quiet"

e deve diventare così:

GRUB_CMDLINE_LINUX_DEFAULT=""

Salvate il file e fate un update di GRUB, nel caso di Arch il comando è questo:

sudo grub-mkconfig -o /boot/grub/grub.cfg

Quindi riavviate il PC e godetevi il vostro boot verboso.

nessuno

Arch Linux è un sistema a 64 bit puro, questo significa che se si installa Wine senza attivare il supporto multilib, per le librerie a 32 bit, le applicazioni per Windows a 32 bit non si potranno installare e non funzioneranno.

Quindi vediamo come attivare il repo multilib:

Con un qualsiasi editor, con i privilegi elevati, dovremo editare il file /etc/pacman.conf (è facile). Qui useremo xed:

sudo xed /etc/pacman.conf

aperto il file lo scorreremo fino a trovare queste due righe, che dovremo de-commentare:

prima:

#[multilib]
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist


dopo:

[multilib]
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist


Salviamo il file e chiudiamo l'editor.


In una finestra di terminale diamo il comando:

sudo Pacman -Syyu

Adesso avviamo Pamac e installiamo Wine.

Prima di procedere con l'installazione Pamac ci presenterà in una finestra una serie di pacchetti opzionali, quelli sono proprio le librerie a 32 bit che servono a noi, selezionateli tutti e procedete con l'installazione.



Io mi fermo qui.  :ciao:


nessuno

Io ho sempre pensato che Qemu fosse troppo difficile da usare, e per questo ho sempre usato VirtualBox. Poi un giorno la mia curiosità, solleticata da un intervento del nostro @Tony nella chat, mi ha spinto a provarci.

Ho scoperto due cose:

la prima è che non è poi così difficile,

la seconda è che mi piace molto di più di VirtualBox.
:)

Quindi, anche se avevo deciso di fermarmi con questa guida, aggiungo quest'altro pezzzetto.

Qemu può essere usato da riga di comando oppure per mezzo di una interfaccia. Noi adesso installeremo sia l'uno che l'altra e poi faremo in modo di poterli utilizzare immediatamente. Non è difficile.

Cominciamo con l'istallazione dei pacchetti necessari, in un terminale inserite il comando:

sudo pacman -S qemu virt-manager ebtables dnsmasq openbsd-netcat

Terminata l'installazione abilitiamo il servizio per libvirt:

sudo systemctl enable libvirtd.service

Adesso aggiungiamo il nostro utente ai gruppi libvirt e kvm:

Con un editor di testo apriamo il file /etc/group e aggiungiamo il nome del nostro utente sul rigo dei gruppi citati. Io userò xed come editor, ma voi potete sostituirlo con qualsiasi cosa vogliate. Nel mio esempio l'utente si chiama "bobrock", voi usate il vostro. ;)

sudo xed /etc/group

Ecco le righe da editare:

kvm:x:992:bobrock
libvirt:x:972:bobrock


Completata l'operazione riavviate il sistema.

Adesso avvieremo e abiliteremo la rete di default, così da poter utilizzare la nostra connessione su tutte le macchine virtuali che creeremo senza ulteriori smanettamenti. Aprite un terminale e inserite i comandi:

sudo virsh net-start default

sudo virsh net-autostart default

Abbiamo finito, avviate Virtual Manager dal menu delle applicazioni e buon divertmento.  :ciao:




nessuno

Potrebbe capitare, e negli ultimi giorni è capitato, che un aggiornamento fallisca con un messaggio di errore del tipo:

ERRORE: il file /usr/lib/pincopallino.so è già presente nel sistema

In questo caso è necessario utilizzare l'opzione --overwrite.

Per farlo dovremo procedere dal terminale. Per cui, quello che è il solito comando di aggiornamento: sudo pacman -Syu dovrà diventare:

sudo pacman -Syu --overwrite /usr/lib/pincopallino.so

copiando percorso e nome del file dal messaggio di errore precedentemente ricevuto.


In genere quando si riscontrano problemi di questo genere trovrete una segnalazione, e la soluzione, nella home del sito di ArchLinux.

Come in questo esempio:



trigg

non si troverà guida più chiara e migliore in tutto il web da qui a 100 anni

bella guida nick
se hai paura di far domande...
                                             ...hai paura d'imparare
     ... non si finisce mai d'imparare...

nessuno


trigg

la metterò in pratica non appena avrò tempo

quindi preparati al martirio ^_^
se hai paura di far domande...
                                             ...hai paura d'imparare
     ... non si finisce mai d'imparare...


nessuno

#25
Per avere accesso ai dispositivi Android collegati con cavo USB è necessario installare questi pacchetti: mtpfs, gvfs-mtp e android-udev.

Se vi interessa, aprite un terminale e inserite il comando:

sudo pacman -S mtpfs gvfs-mtp android-udev

nessuno

#26
Come probabilmente già sapete per avviare un sistema su di un PC dotato di BIOS è necessario un partizionamento di tipo MBR.
Probabilmente avete anche sentito dire che un SSD sarebbe meglio partizionarlo in GPT. Peccato però che così, come è ovvio, non è possibile installare GRUB nel MBR. Essendo appunto GPT.

Quindi come lo risolviamo il problema, e soprattutto, lo possiamo risolvere?

La risposta è si, lo possiamo risolvere. Tutto quello che dobbiamo fare è creare una partizione di un mebibyte (1M), in un posto qualsiasi del disco, non necessarimente all'inizio del disco ma comunque entro i primi 2 TB se il disco è più grande di così.

Per la nostra piccola partitizione di 1M dovremo sceglire un Type adatto e poi dovremo solo installare GRUB, proprio come faremmo se il disco fosse partizionato in MBR.

Vediamo come fare.

Per creare la partizione useremo "cgdisk", da uno spazio libero ricaveremo una nuova partizione e come dimensioni scriveremo 1M (proprio così come l'ho scritto, senza spazi e con la M maiuscola) e, cosa più importante, indicheremo ef02 come Type. Completato il partizionamento del disco  scriviamo le modifiche e chiudiamo cgdisk.

La partizioncina non deve essere formattata, è sufficiente quello che abbiamo appena fatto, le altre partizioni del disco naturalmente si, come faremmo normalmente.

La creazione di questa minuscola partizione ci consentirà di installare Grub come faremmo se il disco avesse un partizionamento MBR, cioè con il comando:

grub-install --target=i386-pc /dev/sdX

dove vi ricordo che la X finale deve essere sostituita con la lettera (minuscola) che indica il disco che state usando ( senza indicare un numero di partizione).

Questo è quanto.  :ciao:



nessuno

#27
Premessa:

questa guida è stata originariamente concepita per eesere più semplice possibile, per questo motivo ho scelto di evitare tutte le partizioni che non sono strettamente indispensabili: la partizione di Swap, la partizione per la Home e l'eventuale partizione per i Dati.

In questo Post vedremo come utilizzare anche queste partizioni.

Se le partizioni non sono già esistenti avremo bisogno di crearle, l'idea di utilizzare GParted da un sistema esistente (dual boot) o da una Live di un OS tipo Mint o Ubuntu è ancora valida, ma se avete deciso di utilizzare Arch Linux siete, o vorreste diventare, quel tipo di utente che non si scoraggia se deve usare tools come cfdisk o cgdisk. Nel caso abbiate bisogno di chiarimenti sull'utilizzo di uno di questi due programmini potete, nello stesso ordine, fare una ricerca in rete o chiedere aiuto qui sul forum.

Nel caso in cui abbiate deciso di utilizzare cfdisk o cgdisk, dopo aver creato le partizioni, avrete bisogno di formattarle. Per individuare il nome corretto delle partizioni usate il comando:

fdisk -l

io assegnerò un nome fittizio alle partizioni in questo post, voi dovete sempre sostituirlo con il nome che avrete individuato con il comando fdisk -l

chiameremo la partizione di root  con /dev/sdx1

la swap con /dev/sdx2

la /home con /dev/sdx3

la partizione dati con /dev/sdx4

Per formattare la Swap il comando sarà:

mkswap /dev/sdx2

per formattare in ext4 le altre partizioni il comando sarà:

mkfs.ext4 /dev/sdx1 (per /)

mkfs.ext4 /dev/sdx3  (la /home)

mkfs.ext4 /dev/sdx4 (i dati)

A questo punto montiamo quella che sarà la nostra partizione di root in /mnt

mount /dev/sdx1 /mnt

quindi, al suo interno, creiamo le directory in cui monteremo le nostre nuove partizioni e provvediamo a montarle

mkdir /mnt/home

mount /dev/sdx3 /mnt/home


mkdir /mnt/media

mkdir /mnt/media/Dati

mount /dev/sdx4 /mnt/media/Dati

Montiamo anche la Swap con:

swapon /dev/sdx2

Installiamo la base del sistema:

pacstrap /mnt base base-devel linux-lts linux-lts-headers linux-firmware nano

e finalmente generiamo il nostro nuovo file fstab:

genfstab -U /mnt >> /mnt/etc/fstab

Da qui riprendete a seguire la guida originaria...

...Attenzione: Ultimata l'installazione del sistema, dopo essere usciti dall'ambiente chroot con il comando exit, prima di riavviare il computer, dovremo smontare tutte le partizioni che abbiamo montato.

Per smontare ricorsivamente tutte le partizioni con un solo comando useremo l'opzione -R. Il comando quindi sarà:

umount -R /mnt


bobol

Questa discussione diventa sempre più semplice e molto intrigante  ;)

nessuno

Sei gentile Bobol, ma naturalmente io so bene che questa guida, per quanto io abbia cercato di semplificarla, non è semplice e non è neanche per tutti.

Il processo di installazione di Arch Linux infatti non è pensato per essere semplice, al contrario, è un palese e dichiarato tentativo di selezionare gli utenti di questa distribuzione. E' sicuramente istruttivo, ma serve a tenere lontana quella categoria di utenti che tenderebbe a trascinare verso il basso il livello della discussione attorno ad essa e quindi la distribuzione stessa, che, contrariamente al suo processo di installazione, è in effetti una distribuzione "semplice". All'inizio la cosa mi faceva un po' incazzare, poi ho iniziato a comprenderla, e infine anche ad apprezzarla. Come cambiano le cose.

Quello che mi fa un po' incazzare ancora adesso, anche quando le guide sono proposte dai "guru" di turno (anche senza considerare la scarsità di spiegazioni a corredo delle stesse) è che sono sono sempre tronche: ti accompagnano per un breve tratto e poi ti lasciano in mezzo a una strada. Ti fanno installare il sistema di base e poi "attaccati" per l'ambiente desktop, quando trovi la parte che ti aiuta con il desktop ti devi attaccare per la configurazione. Sempre come se ti facessero un grosso regalo a dirti quella mezza cosa, o come se chi scrive non sapesse come continuare il discorso.

Beh, io non sono d'accordo. Questa guida è il mio personale tentativo di fare le cose in un modo diverso dal solito,  senza stare a tirarsela più di quanto sia utile e necessario. ;)

:ciao:

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